Kilimanjaro


<22 febbraio 2012
Ore 22:04
Sono in una camera d’albergo (Kudoroko Hotel) a Moshi.
Sono riuscita senza pensarlo possibile ad arrivare sulla cima del Kilimanjaro!
Eravamo in 6, siamo arrivati in 5.
I miei compagni di viaggio sono adesso nella capitale della Tanzania e domani si imbarcano per Zanzibar.
Io domani mattina sarò prelevata alle 6 dall’hotel per andare a prendere lo shuttle per Nairobi.>

Io, la mia prima sera da sola in albergo a Moshi

Ma torniamo indietro.

  Visualizzo ancora il momento (era marzo 2011) in cui seduta sul sedile posteriore dell’auto di Christian, mentre ci recavamo ad una ciaspolata, sentivo il guidatore parlare con il mio amico ed ex compagno di liceo, Andrea Sabatini, dell’organizzazioni ed i costi eventuali, ed i tempi opportuni di un viaggio per salire sul Kilimanjaro.
  Ero affascinata dai discorsi e la cosa era lontana da ogni mi aspettativa, quando Andrea si gira e mi dice: -Vieni anche te?- Io obietto un po’ ma quando lui mi spiega che è fattibile, ed io mi faccio rassicurare che non sarei di alcun peso per gli altri in caso di mia incapacità ad affrontare la salita: fatto! Certo che vado anche io a fare questa cosa fantastica che fino a 30 secondi prima non mi sarei mai immaginata!
  E la considerò da subito un occasione unica, partire per l’Africa non con un viaggio organizzato ma con i gruppo di persone che si organizza programma e va.
  A settembre compriamo il biglietto aereo, arrivo in Tanzania rientro dall’Uganda, poi ci metteremo d’accordo su come gestire la seconda settimana di viaggio, questo d’accordo in realtà non si raggiungerà ed è per questo che io, come scritto nel tratto di diario sopra riportato, dopo la parte trekking in compagnia, sono sola ad attendere di partire per Nairobi.


  Siamo partiti per Arusha il 15 febbraio, patema all’aeroporto: Christian e Paolo sono arrivati per un pelo.
  Comunque tutto bene ed il pomeriggio del 16 eravamo ad Arusha, dove abbiamo incontrato Ben ed abbiamo preso accordi per il trekking che avremmo cominciato il giorno seguente seguendo la Machame route, abbreviata di un giorno accorpando due tappe.

  Io, Lucia, Alessandro, Andrea, Christian e Paolo, mentre guide e portatori assemblavano le cose per la partenza, abbiamo fatto il primo ciak di un video che penso resterà in archivio come una delle cose più divertenti della mia vita: l’ Hully gully  sul KILIMANJARO!!!! (Vi suggerisco di visionarlo)

Il team pronto a partire
  Finalmente si parte e nella foresta pluviale cominciamo a prendere acqua, arriviamo al campo e non credo nessuno si aspettasse, nella tenda allestita per i nostri pasti, dei fantastici popcorn e tè caldi.
  Poi a distanza di una settimana (tramonto meraviglioso sul Plateau Rosa dove eravamo per l'acclimatazione la settimana precedente), prima che ci servissero la cena, vedo un altro dei più bei tramonti della mia vita.

Senza parole
  Il secondo giorno è per me pesantissimo, comincio a sentire il mal di montagna e rallento un po’ gli altri, sto veramente male e camminare sul ghiaccio che era caduto (sembrava tanti pallini di polistirolo) e che si era depositato a terra in forma di tante piccole sfere su cui scivolare, e la testa che girava ed i passi che si susseguivano a fatica.

La fatica, su quel ghiaccio sferico si scivola!
  Siamo arrivati al campo di buio ed io ho cominciato ad essere pessimista sulla mia possibilità di riuscita ad arrivare alla cima.



Il terzo giorno di cammino è forse stato il più bello, per un sacco di motivi.
 La camminata è stata la più ripida, ma non era difficile ed inoltre breve, questo ci ha permesso di arrivare al terzo campo molto presto e gustarci un pasto caldo fantastico, avevamo un cuoco bravissimo!

In cammino- dietro le nuvole il Kibo


Sosta
 
Giocando a torre-il crollo immortalato
  




Lucia ed Andrea hanno deciso di camminare ancora, per allenarsi alle tappe successive, io ho ritenuto opportuno risparmiare le forze ed ho passato un fantastico pomeriggio in compagnia degli altri a giocare a Torre.
  E la sera…la sera….abbiamo cantato!!! Abbiamo cantato a squarciagola non ricordo fino a che ora tarda della notte! Era bellissimo, essere lì ad alta quota con degli amici e cantare, cantare ogni canzone italiana che ci veniva in mente.





 Il giorno seguente la tappa era nuovamente breve ma la quota cominciava a farsi sentire ed era fondamentale camminare pianissimo, io ho fatto quasi interamente la tappa da sola con Stanley, una delle guide (ragazzo bellissimo e dolcissimo, oltre che brava guida) lui mi dava il ritmo.
  Quando siamo arrivati all’ ultimo campo prima della salita alla cima, il tempo era davvero brutto e lo spostamento scomodo.
  Lucia ed Andrea hanno impiegato molto più di noi ad arrivare e ci siamo un po’ preoccupati, ma anche se molto dopo sono arrivati.
  Comincia ad esserci tensione, è freddo e la notte ci saremmo alzati a mezzanotte per mangiare qualcosa e poi affrontare la salita alla cima.
Il mio sacco a pelo ha tenuto bene anche in quella situazione ed un po’ ho riposato.

Le nostre tende a Barafu camp e Paolo un po' infreddolito
  Che emozione, è buio e ci incamminiamo ed un fila interminabile di pile si muove lentamente nella notte, e nevica.
  Per un po’ vado senza avere problemi, poi una fatica tremenda mi assale e comincia a girarmi la testa come in fase di pre-svenimento, via via che si avanza si vedono persone che si fermano perché in preda ai sintomi del mal di montagna.
  Proseguo col terrore che colgano anche me e che debba tornare indietro, Lucia sta sempre più male e Stanley la controlla, io che supero la fatica immane con la mia motivazione: vedo le facce di tre miei amici che non erano lì con me, ma me li immagino e visualizzo i loro volti che mi incoraggiano.
  Sono stati loro la forza trainante che mi ha permesso di stringere i denti e proseguire (grazie!!!).
  Non era facile continuare a salire con il timore di svenire e rotolare giù, ma si andava avanti, Christian, Ale e Paolo erano avanti con una delle due guide, noi indietro con Stanley ed un portatore, Lucia stava sempre peggio, Stan le controlla gli occhi e dice di proseguire.
  Avanti, avanti, e in stato confusionale cerco di incoraggiare Lucia che viene presa a braccetto dalla guida ed Andrea, sono davanti a me e vedo che i piedi della mia amica non rispondono esattamente ai comandi quando arriviamo a Stella Point.
  Mi volto e dal buoi vedo comparire una striscia di fuoco, è senza dubbio la cosa più bella che abbia mai visto e sento che le lacrime arrivano a bruciare i miei occhi, l’emozione era tanta, così tanta e così tanto bello quello che vedevo e la soddisfazione di aver combattuto la fatica ed essere lì. Piango. Realizzo anche che a quel punto ce la posso fare, posso arrivare in cima.

Emozione
  Lucia viene mandata subito indietro col portatore, io ed Andrea proseguiamo con Stanley, la soddisfazione mi fa anche recuperare energie e con più leggerezza percorro il tratto che ci separa dalla cima mentre tutto intorno a noi si fa sempre più chiaro e visualizziamo il ghiacciaio.
Eccoci!!! Uhuro Peak 5895 mslm!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Non ci posso ancora credere!

Si vede che sono soddisfatta???
  Scendere non è stato facile, non riuscivo a stare in piedi, sbandavo, ed il fatto che il giorno prima, per affrontare e sconfiggere il mal di montagna, avessi ingerito più di 4 litri di liquidi mi costringeva a continue soste.

  Andrea che era avanti mi percepisce in difficoltà e mi aspetta, ad un certo punto sto cedendo di nervi e lui cerca di farmi mantenere la calma, e ci riesce per fortuna.
  Dopo un tempo infinito arrivo alla tenda, Lucia era dentro io mi siedo su un sasso lì di fronte e comincio a piangere disperatamente, strana sensazione, è la prima volta che mi capita di avere un ‘pianto fisico’, credo di aver continuato così per 10 minuti con la mia amica che mi chiedeva se volevo stare sola ed io che rispondo: -no voglio solo piangere-.
Rivedo la scena e muoio dal ridere al pensiero.

  Mica era finita, dopo un po’ di riposo, un pasto che a me non andava, ed un mal di testa atroce che non passava, si riparte ed è davvero troppo per me, troppo stanca, troppi chilometri, troppe ore ed acqua, pioveva ininterrottamente.

  Quando siamo arrivati all’ ultimo campo tutto era bagnato anche le tende ed i materassini.
Non c’era l’allegria delle riunioni delle sere precedenti, ed era presto per godersi la soddisfazione dell’impresa.

L'ultima colazione in tenda

  L’ultimo giorno siamo partiti abbastanza presto così che i miei compagni di viaggio potessero prendere per tempo l’autobus per la capitale.
  Li ho salutati e da lì è iniziata la seconda parte del mio viaggio.





(Un membro del team ha fatto una descrizione della salita un po' più precisa, la trovate qua!)

12 commenti:

  1. Non immagino assolutamente di quale fatica fisica e mentale occorra per aver portato a termine una così bella avventura...
    Sono quel tipo di esperienza che rimarrà sempre nel cuore !!!
    Complimenti a tutti...
    Grande Elena !!!

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    1. Grazie Massi!!!
      Come ti ho detto, spero di aver trasmesso un po'!
      Sì, questa esperienza resterà nel cuore, hai ragione.
      (Grazie per la lettura e l'approvazione. ;-))

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  2. che bello! Elena che sorpresa leggere queste frasi e vedere le foto! bel regalo che mi hai fatto!!! grazie mille edy

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    1. Prego!!! È un piacere darti delle soddisfazioni...
      Non temere, arriverà anche la seconda parte!!!

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  3. che dire... grazie per avermi fatto rivivere quei momenti... non solo l'ebrezza di aver raggiunto un obiettivo fino a poco tempo prima almeno per me inimmaginabile, ma anche la gioia di aver condiviso tutto questo con alcune delle persone più meravigliose che io abbia mai incontrato in vita mia ... e per concludere la consapevolezza che questo "Pensiero Stupendo" mi accompagnerà lungo tutte le strade che percorrerò in futuro. Ale

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  4. Aleeeeeee!!!!! Quel "Pensiero stupendo" penso proprio accompagnerà anche noi, e saremo sempre pronti a ricordartelo!
    (Hai scritto una cosa bellissima, e sappi che l'apprezzo tanto detta da te!!! (...e non sai quanto mi faccia bene in questo momento))
    e

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  5. Ciao Elena

    Invidia!
    è la prima parola che mi viene in mente leggendo i tuoi appunti di viaggio e guardando queste foto.

    Mi ricordo quando cominciavi a parlarmi della possibilità di questa avventura.
    Inizialmente ho pensato ad una di quelle fantasie che poi difficilmente si realizzano.
    Poi ho visto con quanto entusiasmo ed eccitazione mi raccontavi le novità sulla preparazione del viaggio ed allora ho capito che il Kilimanjaro ti avrebbe ospitato.

    Il risultato poi ha superato le aspettative, un esperienza fantastica, non solo per la bellezza del viaggio, ma anche per quello che ti ha lasciato.

    Ps Il video della vostra esibizione danzante, è stata la ciliegina sulla torta.
    Bravi tutti e complimenti alla coreografa!

    Carmine

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  6. Ciao!!!
    Grazie per avermi sostenuto anche quando quell'entusiasmo stava per venire meno!!!
    Sul video: portare l'Ully Gully sul Kilimanjaro e ballare sui e tra i sassi è stato divertente.
    Approfitto per fare i complimenti anche all'anonimo tecnico del montaggio, che ha fatto un ottimo lavoro!

    E....continuerò a scalare con ottimismo!!!!!!!!
    e

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  7. Che emozione... Il tuo racconto e' cosí realistico che leggendolo mi e' sembrato quasi di accompagnarti.. E le foto sono meravigliose.. Comunque credo che un pezzettino di me sia davvero salito lassù con te... ;-)

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    1. E sì Sara!!!! Tu eri lì con me! Mi fa piacere che te ne sei accorta!
      Sei una persona ed un amica speciale, ed in quella meravigliosa esperienza ti ho portata con me e mi sono presa un po' della tua forza...
      e

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    2. Che bello che è stato! Brava Elena, complimenti per il blog :)

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